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214 Lib. IV. Fav. IV.

     5A trar gli uomini in rete: la seconda
     Sol’era a’ campi, e a filar lane intenta:
     Bruttissima la terza, e bevitrce.
     Erede fa la madre; ma con patto
     Ch’il retaggio ugualmente a lor divida,
     10Sì però, che di quel d’onde fien ricche,
     Nulla resti in possesso, o in balìa loro.
     Allor poscia ch’il tutto avran consunto,
     Cento sesterzj paghino a la madre.
     Già ne va piena Atene; in van la donna
     15Più Giuristi ricerca; ch’a le figlie
     Come possesso non provenga, o frutto
     Da tal’Eredità, non v’ha chi intenda;
     Nè come il prezzo sborsino, se nulla
     Lor rimane. Assai tempo era già speso
     20In fallaci ricerche: a sue ragioni
     Cede la madre, e come sa, del vecchio
     La mente adempie: femminili arredi
     A la galante, e vesti, e lavatojo
     D’argento, Eunuchi, e giovanetti imberbi:
     25A l’altra campi, ville, armenti, e buoi,
     E giumenti, ed aratri, ed operaj:
     Cantina e botti di vin vecchio piene
     A la terza destina, con polita
     È ben acconcia casa, ed otri ameni.
     30E suo pensier già ad eseguir s’accinge,
     Ed il popol le applaude, che il desio