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200 Lib. III. Fav. X.

     A la madrigna perchè fe si diede,
     Ippolito morì, perchè a Cassandra
     5Non si diè, n’ebbe Troja eccidio estremo:
     Dunque pria ch’al giudicio alcun t’arrenda,
     Un sollecito esame il tutto indaghi,
     Anzi che la sentenza s’avventuri.
     Ma perchè non si dica, che con vecchj
     10Esempj favolosi il persuada,
     Ciò narrerò, ch’a mia memoria avvenne.
          * Tenero amor in ver la moglie, e il figlio,
     Cui preparata avea la pura toga,
     Portava un uomo; allor che da un liberto,
     15Cui de l’eredità speme lusinga,
     Tratto è in disparte, e son da lui del figlio,
     Dal mentitor finti delitti esposti.
     Più però de la moglie, e sovra ogni altro,
     Ciò ch’altamente sa che il cuor gli pugne,
     20Ch’a un drudo in braccio l’infedel si dona,
     Di casa onde l’onor deturpa, e sfregia.
     Da cotai detti acceso, irsene in Villa
     Insigne; ma in città rimaso occulto
     La notte a casa d’improvviso riede,
     25E va direttamente ove la moglie
     Dorme, ch’il figlio vuol ch’ivi pur dorma,
     De la già adulta età custode industre.
     Mentre lume si cerca, e de’ famigli
     Chi corre in qua, chi in là, ei che non pote