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176 Lib. I. Fav. XXVII. e XXVIII.

FAVOLA   XXVII.

Il Cane, il Tesoro e l’Avoltojo.

ADattata a gli avari è la novella,
     E ad un, che nato in umil fortuna,
     A la fama di ricco avido aspira.
          * L’ossa d’un uom dissotterrando un Cane
     5Trovò un tesor. Gli Dei d’Averno in pena
     Del sacrilego ardir, la copidigia
     Gl’inspirar di ricchezze. Tal desio
     L’ingombra sì, che cibo alcun non cura,
     Onde da dura fame è alfin consunto.
     10Sul cui cadaver sceso l’Avoltojo,
     Ben giusto è, dice, che tu giaccia estinto;
     Poichè vilmente in strada conceputo,
     E cresciuto al letame, in un istante
     Di regali ricchezze t’invaghisti.


FAVOLA   XXVIII.

La Volpe e l’Aquila.

NOn dispregi il possente un uom del volgo
     Cui non previsto apre vendetta il varco
        * Ingegnoso pensier. L’Aquila i figli