Per le selve profonde e pe’ gran monti;
Luoghi che lo schivargli è in poter nostro.
Ma, se l’alma non è purgata e monda
Dalle fallaci opinion del volgo,
Venti contrarj alla tranquilla vita, 75Quai guerre allor, mal nostro grado, e quanti
Ne s’apprestan perigli? E quai pungenti
Cure stracciano il petto a chi non frena
Gli sfrenati appetiti? E quante, e quali
Ne tormentano il cor vane paure 80Che sorgon quindi? e quali stragi e quante
Generan la superbia e l’arroganza,
L’ira, la fraude, la sozzura, il lusso,
La gola, il sonno, e l’oziose piume?
Dunque colui, che debellò primiero 85Tali, e tante sciagure, e via cacciolle
Lungi da’ nostri petti; e non con l’armi,
Ma pur col senno, un sì grand’uomo adunque
Convenevol non fia che fra’ celesti
Numi s’ascriva, e che per dio s’adori? 90Massime avendo de’ medesmi Dei
Scritto divinamente, e delle cose
Tutta svelata a noi l’interna essenza;
Di cui mentr’io le sacre orme calcando
Seguo lo stile incominciato, e mostro 95Nelle parole mie, con quai legami
D’amicizia, e d’amor tutte le cose