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160 Lib. I. Fav. III

     30A Mercurio commetton di nascosto
     Che chiegga pietà a Giove: ma il gran Padre:
     Poichè un re buono, dice, vi dispiacque
     Abbiatene un crudele. E Voi ancora
     Tollerate costui; un mal più grave
     35Se nol soffrite, cittadin’, v’aspetta.



FAVOLA   III.

La Cornacchia superba e il Pavone.

PEr insegnarci, anzi ch’ambir l’altrui,
     De i ben’ che ’l ciel ci diede, ad esser paghi,
     Di tal esempio Esopo ci provvide.
             Una Cornacchia follemente altera,
     5D’alcune piume ad un Pavon cadute,
     S’adorna, e le Cornacchie avute a vile,
     Fra i bei Pavon’ si mischia. A la sfacciata
     Essi svelgon le penne, e sì co’ rostri
     L’inseguon, che mal concia, e in van gemente,
     10Ver le antiche campagne il volo indrizza,
     Ove acerba sostiene acre ripulsa.
     Una di quelle allor ch’avea sprezzate:
     Spiacerti non dovean nostri abituri,
     Nè a sdegno aver ciò che ti diè natura.
     15Così sfuggita quella beffa aresti,