Spaventoso leon? Quale il Cretense
Tauro, o l’Idra di Lerna orrida peste 45Di cento serpi velenose armata?
O qual già mai la triplicata forza
Del Tergemino Mostro? O quale in somma
Di Diomede i destrier, che per le nari
Spiravan foco alle Bistonie terre, 50Ed all’Ismaro intorno? O per l’adunche
Lor ungne i già tremendi Arcadi augelli
Di Stinfalo abitanti? O il sempre desto
Angue di forza, e di statura immane,
Il qual con ceffo irato e bieco sguardo 55Negli orti dell’Esperidi donzelle
Fu custode de’ pomi aurei lucenti
Al tronco stesso avviticchiato intorno?
Ed a chi nocerebbe il mar vicino
All’Atlantico lido, ed il severo 60Pelago immenso, ove de’ nostri alcuno
Non giunse, e tanto il Barbaro d’ardire
Non ha, che girvi osasse? Ogni altro mostro
Simile ai già narrati a morte spinto
Dal forte, invitto e glorioso Alcide, 65Benchè morto non fosse, e di che danno
Vivo al fin ne saria? Di nullo al certo,
Se dritto è il mio giudizio: in così fatta
Guisa di belve ancor pregna è la terra,
E di gelido orror colma, e di tema