E di notte sì cieca in sì tranquillo
Stato l’umana vita ed in sì chiara
Luce ripose. E che ciò sia, confronta
Con le sue le divine invenzioni 20Ch’a pro dell’uman germe anticamente
Fur dagli altri trovate; e senza dubbio
Chiaro vedrai che, se dell’alma Cerere,
Come fama ragiona, il gran le biade
Date ne furo, e se dall’uve espresse 25Bacco il dolce liquore, obbligo in vero
Tener gli se ne dee; ma pur la vita
Senza pan, senza vin nel modo stesso
Conservar si potea, che molti popoli
Fan se ’l grido è verace) anco al presente 30Ma già non si potea lieti e felici
Viver mai senz’un cor candido e schietto;
Onde tanto più merta esser chiamato
Dio chi pria della vita i non fallaci
Piacer trovò, che per lo mondo sparsi 35Soavemente ancor gli animi allettano.
E se d’Ercole i fatti esser più illustri
Tu credessi de’ suoi, molto più lungi
Dal vero ancor trascorreresti, o Memmio.
Poichè qual nocumento or ne potrebbe 40Apportar quell’orribile cignale.
Già per le piaghe altrui dell’Erimanto
Sì noto abitator? Quale il Nemeo