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144 di Tito Lucrezio Lib. VI.

     Tutti a schiere morian. Primieramente
     1665Essi avean d’un fervore acre infiammata
     La testa, e gli occhi rosseggianti, e sparsi
     Di sanguinosa luce. Entro le fauci
     Colavan marcia, e da maligne, e tetre
     Ulcere intorno assediato, e chiuso
     1670Era il varco alla voce; e degli umani
     Sensi, e segreti interprete la lingua
     D’atro sangue piovea debilitata
     Dal male, al moto grave, aspra a toccarsi.
     Indi poichè ’l mortifero veleno
     1675Sceso era al petto per le fauci, e giunto
     All’affannato cor, tutti i vitali
     Claustri allor vacillavano: un orrendo
     Puzzo volgea fuor della bocca il fiato,
     Similissimo a quel, che spira intorno
     1680Da’ corrotti cadaveri: già tutte
     Languian dell’alma, e della mente affatto
     L’abbattute potenze, e sulla stessa
     Soglia omai della morte il corpo infermo
     Languiva anch’egli: un’ansiosa angoscia
     1685Del male intollerabile compagna
     Era, e misto co ’l gemito un lamento
     Continuo, e spesso un singhiozzar dirotto
     Notte, e dì senza requie, a ritirarsi
     Sforzando i nervi, e le convulse membra,
     1690Sciogliea dal corpo i travagliati spirti