Le pietre, e i sassi. Si congiunge insieme
Con la colla di torro il legno in guisa, Cha l’interne sue vene assai più spesso
Soglion di propria imperfezione aprirsi, 1560Che di punto allentar le commessure
I taurini lacci abbian possanza.
Con l’umor delle fonti il dolce succo
Del vin si mesce, il che non può la grave
Pece, e l’oglio leggier; ma quella al fondo 1565Piomba delle chiar’acque; e vi sormonta
Questo, e galleggia. Il porporin colore
Dell’eritree conchiglie anch’ei sommerso
Cade; e pur questo istesso unqua non puote
Dall’amica sua lana esser disgiunto. 1570Non se tu per ridurla al suo natio
Candor col flutto di Nettuno ogni arte,
Ogn’industria porrai: non se lavarla
Voglia con tutte l’acque il mar profondo.
Al fin con un sol glutine s’unisce 1575L’argento all’oro, e con lo stagno il rame
Si salda al rame. E quante omai ne lice
Altre cose trovar di questa sorte?
Che dunque? Nè tu d’uopo hai di sì lunghi
Rivolgimenti di parole; ed io 1580Perdo qui troppo tempo: onde sol resta,
Memmio, che tu dal poco apprenda il molto.
Quei corpi, che a vicenda han le testure