Senti, e ’l caldo vapor; senti passarlo 1395Per l’oro, e per l’argento, allor ch’avvinci
Con man la coppa; e finalmente il suono
Vola per l’angustissime fessure
Di ben chiuso edificio: il gel dell’acque
Penetra, e delle fiamme il tenue spirto, 1400E de’ corpi odorosi, e de’ fetenti
L’alito acuto; anzi del ferro stesso
Non curar la durezza, e penetrarlo
Suol là, ’ve d’ogn’intorno il corpo è cinto
Di fino usbergo, il contagioso morbo, 1405Bench’ei venga di fuori: e le tempeste
Insorte in terra, in ciel fuggon repente
Dalla terra, e dal ciel; che nulla al mondo
Può di non raro corpo esser contesto.
S’arroge a ciò, che non han tutti un senso 1410I corpi, che vibrati esalan fuori
Da sensibili oggetti; e che non tutte
Pon le cose adattarsi a un modo stesso.
Primieramente il sol ricoce, e sforza
La terra a inaridirsi, e pure il sole 1415Dissolve il ghiaccio, e l’altamente estrutte
Nevi co’ raggi suoi su gli alti monti
Rende liquide, e molli: al fin la cera,
Esposta al suo vapor si strugge, e manca.
Il foco similmente il rame solve, 1420E l’oro, e ’l fa flussibile; ma tragge