1340Cinque vederne, e più con ordin certo
Disposti esser da lieve aura agitati;
Qualor questo da quello a lei di sotto
Congiunto pende; e quel da questo i lacci
Riconosce, e il vigor dal nobil sasso: 1345Tanto la forza sua penetra, e vale.
Ma d’uopo, è, che in materie di tal sorta,
Pria che di ciò, che si propose, alcuna
Verisimil ragion possa assegnarsi
Sian molte cose stabilite e ferme; 1350E per troppo intrigate, e lunghe vie
Giungervi ne convien. Tu dunque attente
Con desioso cor porgi l’orecchie.
Primieramente confessar è d’uopo,
Che da ciò, che si vede, alcuni corpi 1355Spirin continuo, e sian vibrati intorno,
I quai gli occhi ferendone, la vista,
Sian atti a risvegliarne; e, che da certe
Cose esalin per sempre alcuni odori;
Qual dal sole il calor, da’ fiumi ’l freddo, 1360Dal mare il flusso, ed il reflusso edace
Dell’antiche muraglie a i lidi intorno:
Nè cessin mai di trasvolar per l’aure
Suoni diversi; e finalmente in bocca
Spesso di sapor salso un succo scende, 1365Quando al mar siam vicini; ed all’incontro
Riguardando infelici il tetro assenzio