Al fin se tu ne’ fervidi lavacri
Entrerai ben satollo, e trattenerti 1180Vorrai nel soglio del liquor bollente,
Quanto agevol sarà, che al vaso in mezzo
Tu caggia? E de’ carbon l’alito grave,
E l’acuta virtù quanto penètra
Facilmente il cervel, se pria bevuto 1185Non abbiam d’acqua un sorso? o se le fredde
Membra innanzi non copre il fido servo?
O se da’ penetrabili suoi dardi
Con grato odor non ne difende il vino?
E non vedi tu ancor, che nella stessa 1190Terra il solfo si genera, e che il tetro
Puzzolente bitume ivi s’accoglie?
Al fin dove d’argento, e d’or le vene
Seguon, cercando dell’antica madre
Con curvo ferro il più riposto grembo, 1195Forse quai spiri allor puzzi maligni
La sotterranea cava, e che gran danno
Faccian co ’l tetro odor gli aurei metalli;
Quai degli uomini i volti, e quai de’ volti
Rendan tosto il color, non vedi? o forse 1200Non senti ’n quanto picciolo intervallo
Soglion tutti perir quei, che dannati
Sono a forza a tal opra? Egli è mestiero
Dunque, che tai bollori agiti, e volga
In se la terra, e fuor gli spiri, e sparga