Stesse contrarie, e di malvagio senso
Altre al tatto, altre all’occhio, altre alla lingua.
In oltre veder puoi, quanto sian molte
Cose aspramente a’ nostri sensi infeste 1155Sporche, gravi, e nojose. In prima a certi
Alberi diè natura una sì grave
Ombra, che generar dolori acerbi
Di capo suol, se sotto ad essi alcuno
Steso fra l’erbe molli incauto giacque. 1160E’ su ’l monte elicona anche una pianta,
Che co ’l puzzo de’ fior gli uomini uccide.
Poichè tutte da terra ergonsi al cielo
Tai cose, perchè misti in molti modi
Molti de’ lor principj in grembo asconde 1165La terra, e separati a ciò che nasce
Distintamente gli comparte. Il lume,
Che di fresco sia spento, allorch’offese
Ha co ’l grave nidor l’acute nari,
Ivi ancor n’addormenta. E per lo grave 1170Castoreo addormentata il capo inchina
La donna sopra gli omeri, e non sente,
Che il suo bel lavorìo di man le cade,
Se il fiuta, allor che de’ suoi mestrui abbonda
E molte anche oltre a ciò cose possenti 1175Trovansi a rilassar ne’ corpi umani
Le illanguidite membra, e nelle proprie
Sedi interne a turbar l’animo, e l’alma.