V’abbian del proprio piè segnate l’orme 1125Gli animali quadrupedi, che a terra
Sian forzati a cader; non altrimenti
Che se a gl’inferni dei repente offerti
Fossero in sacrificio. E tutto questo
Pende da cause naturali, e noto 1130N’è il lor principio; acciò tu forse, o Memmio,
Dell’orco ivi piuttosto esser non creda
La spaventevol porta; e quindi avvisi,
Che nel cieco Acheronte i Numi inferni
Per sotterranee vie conducan l’alme: 1135Qual fama è, che sovente i cervi snelli
Conducan fuor delle lor tane i serpi
Col fiato delle nari; il che dal vero
Quanto sia lungi, ascolta. Io veggo al fatto.
Pria torno a dir quel, che sovente innanzi 1140Io dissi; e questo è, che figure in terra
Trovansi d’ogni sorte atte a produrre
Le cose; e che di lor molte salubri
Sono all’uomo, e vitali; ed anche molte
Atte a renderlo infermo, e dargli morte. 1145E che meglio nutrir ponno i viventi
Questi semi, che quei, già s’è dimostro
Per la varia natura, e pe’ diversi
Congiungimenti insieme, e per le prime
Forme tra lor difformi. Altre inimiche 1150Son dell’uomo all’orecchie, altre alle nari