Che nasce il vento, ove agitata è l’aria.
Questo poichè infiammossi, e tutto intorno,
ovunqu’ei scorre, infuriato i sassi
Scalda, e la terra, e con veloci fiamme 1020Ne scosse il caldo foco, ergesi ’n alto
Rapido; e quindi poi scaccia dal centro
Per le rotte sue fauci, e lungi sparge
L’incendioso ardore, e viepiù lungi
Seco ne porta le faville, e volge 1025Fra caligine densa il cieco fumo,
E pietre insieme di mirabil peso
Lancia; sicchè dubbiar non dei, che questo
Non sia di vento impetuoso un soffio.
In oltre il mar delle montagne all’ime 1030Radici i flutti suoi frange in gran parte,
E il bollor ne risorbe. Or fin da questo
Mar per vie sotterranee all’alte fauci
Del monte arrivan gli antri; indi è mestiero
Dir, che l’acque penetrino, e ch’insieme 1035S’avvolgan tutte in chiuso luogo, e fuori
Spirino; e quindi a forza ergan le fiamme,
E lancin sassi ’n alto, e sin dal fondo
Alzin nembi d’arena: in simil guisa
Son dell’alta montagna al sommo giogo 1040Ampie cratere, orribili spiragli:
(Così pria nominar l’atre fessure,
Che fur da noi fauci chiamate, e bocche.)