Squassato, allor che d’acque in ampio e vasto
Lago per troppa età dall’imo svelta
Ruotola immensa zolla; in quella stessa 830Guisa che fermo star non puote un vaso
In terra, se l’umor prima non resta
D’esser commosso dentro il dubbio flutto.
In oltre allor che d’una parte il vento
Ne’ cavi chiostri sotterranei accolto 835Stendesi, e furioso, e ribellante
Preme con gran vigor l’alte spelonche,
Tosto là, ’ve di lui l’impeto incalza,
Scosso è il van della grotta, e sopra terra
Tremano allor gli alti edificj; e quanto 840Più sublime ognun d’essi al ciel s’estolle,
Tanto inchinato più verso la stessa
Parte sospinto di cader minaccia;
E scommessa ogni trave altrui sovrasta
Già pronta a rovinar. Temon le genti 845Sì, che dell’ampio mondo al vasto corpo
Credon, ch’omai vicino alcun fatale
Tempo sia, che ’l dissolva, e il tutto torni
Nel caos cieco, una sì fatta mole
Veggendo sovrastar. Che se il respiro 850Fosse al vento intercetto, alcuna cosa
No ’l potria ritener nè dall’estremo
Precipizio ritrar quando vi corre;
Ma perch’egli ail’incontro alternamente