Tal sovra il nostro capo atra tempesta 395Forza dunqu’è, che sia, che nè con tanta
Caligine oscurar potriano il mondo
Le nuvole, se molte unite a molte
Non fosser per di sopra, e i vivi raggi
Escludesser del sol; nè con sì grande 400Pioggia opprimer potrian la terra in guisa,
Che i fiumi traboccar spesso, e i torrenti
Facessero, e notar nell’acque i campi,
Se non fosse di nuvole altamente
Ammassate fra lor l’Etere ingombro. 405Dunque di questi fochi, e questi venti
È pieno il tutto; e per ciò freme, e vibra
Folgori d’ogn’intorno irato il cielo.
Conciossiache poc’anzi io t’ho dimostro,
Che molti di vapor semi in se stesse 410Han le concave nubi: e molti ancora
D’uopo è, che dall’ardor de’ rai del sole
Lor ne sian compartiti. Or questo stesso
Vento, ch’in un sol luogo, ovunque ei scorre,
Le unisce a caso, e le comprime, e sforza, 415Poichè spressi ha d’ardor molti principj,
E con lor s’è mischiato, ivi s’aggira
Profondamente insinuato un vortice,
Che dentro a quelle calde atre fornaci
Aguzza, e tempra il fulmine tremendo, 420Che per doppia cagion ratto s’infiamma;