Premon l’inferne immobili, tacendo
Del tutto i venti, allor potrai le vaste
Lor moli riconoscere, e vedere
L’altissim’, ed orribili spelonche 290Quasi costrutte di pendenti sassi,
Ove, poi che tempesta il cielo ingombra,
Entran rabbiosi venti, e con tremendo
Murmure d’ogn’intorno ivi racchiusi
Fremo; e minaccevoli, e superbi 295Vibran, di fere in guisa, ancorchè in gabbia,
Per le nubi agitate or quinci, or quindi
I lor fieri ruggiti, e via cercando
Si raggiran per tutto, e dalle nubi
Convolgon molti semi atti a produrre 300Il foco, e in guisa tal n’adunan molti,
E dentro a quelle concave fornaci
Ruotan la fiamma lor, finchè coruschi,
L’atra nube squarciata, indi risplendono.i
Avviene ancor, che furioso, e rapido 305Per quest’altra cagion l’aureo fulgore
Di quel liquido foco in terra scenda;
Perchè molti di foco han semi accolti
Le nubi stesse: il che vedersi aperto
Può da noi, quando asciutte, e senz’alcuno 310Umido son, che d’un fiammante, e vivo
Color splendon sovente: e ben conviensi,
Ch’elle accese in quel tempo, e rubiconde