Che se tu dalla mente omai non cacci
Un sì folle pensiero, e no ’l respingi
Lungi da te, de’ sommi Dei credendo 100Tai cose indegne, ed aliene affatto
Dall’eterna lor pace, ah! che de’ santi
Numi la maestà limata e rosa
Da te medesmo a te medesmo innanzi
Farassi ognor: non perchè possa il sommo 105Lor vigore oltraggiarsi, onde infiammati
Di sdegno abbian desio d’aspre vendette;
Ma sol perchè tu stesso a te proposto
Avrai, ch’essi pacifici e quieti
Volgan d’ire crudeli orridi flutti: 110Nè con placido cor visiterai
I templi degli Dei; nè con tranquilla
Pace d’alma potrai di santo corpo
L’immagini adorar, che in varie guise
Son nunzie all’uom della Divina forma. 115Quindi lice imparar, quanto angosciosa
Vita omai ne consegna. Ond’io, che nulla
Più desio, che scacciar da’ petti umani
Ogni noja, ogni affanno, ogni cordoglio;
Benchè molto abbia detto, ei pur mi resta 120Molto da dir, che di politi versi
D’uopo è, ch’io fregi. Or fa mestiero, o Memmio
Ch’io di ciò che negli alti aerei campi,
E in ciel si crea, l’incognite cagioni