Muto è del cielo il raggio,
Triste dell’arpa il suon; 275Qual vana ala di zeffiro
Passo nel mio víaggio,
E rieda il verno o il maggio,
Mesta e soletta io son.
O immagini lucenti 280Di più felici dì,
Sogni dell’arte ardenti,
Il vostro april sfiorì;
Invan chiedo le olimpiche
Forme alle nuove genti, 285O immagini lucenti
Di più felici dì.
La giovinezza, il riso,
Le grazie ed il piacer
Fuggon tremanti al viso 290Dell’inamabil Ver;
Fuggon su l’ali rosee
Del vago error conquiso
La giovinezza, il riso,
Le grazie ed il piacer. —
295Ella così cantò. Sul limitare
Appresentossi un pellegrin. Dai muti
Sottoposti sentieri, a stilla a stilla
Bevuta avea la voluttà serena
Di quel suon, di quel canto, e una secreta 300Forza gli avea l’altera anima avvinta.
— La Ragion sia con voi, grave e solenne
Esclamò su la soglia; un pellegrino
Chiede ospitalità. —
Lo sguardo eresse
Alle insolite voci Ebe, e tremante, 305Attonita mirò quella bizzarra