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CANTO QUARTO
Concitato così le spalle tòrse
Alla scitica rupe, e dentro al petto,
Siccome vena di sboccanti lave,
Giovane e forte gli bollía la vita.
5Solo e pensoso ei va, come solinga
Per gli spazj del ciel tacita nube,
Nè gli cal se la bianca alba gli rida,
Nè se il Sol lo saetti, o lo ravvolga
L’ombra notturna, o lo flagelli il nembo;
10Perocchè diva è la sua tempra, e nulla
Di mortale ei non ha fuor che l’aspetto.
Solo e pensoso ei va: monti e dirupi
E foreste e deserti indifferente
Lasciasi a tergo, e par nave, che muta
15Solchi le tenebrose onde sospinta
Da prosperi aquiloni. Il flutto varca
Dello spumante, ingiuríoso Arasse;
Trascorre il suol ov’ebber regno e fama
Le Amazzoni omicide; le spelonche
20Orride mira e le ferrate valli
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