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lucifero

Possa tu sei, che ogni confine, opposto
85Fra gente e gente, indomita conquidi;
Fulmine sei, che la funesta, oscura
Tirannia dell’error sfolgori e sperdi;
Luce sei tu, per che dovunque e in tutte
L’anime il riso del saper discende.
90Tu nel commercio delle idee le sparse
Genti accomuni; in facile amistanza
Leghi i vivi agli estinti, e in guisa annodi
L’uno all’altro pensier, l’ieri al domani,
Che la specie dell’uom, devota a morte,
95Un sol gigante ed immortal diviene.
    Ma qual dell’onda avvien, che d’uno in altro
Vase versata, altra figura assume,
Così, dalla contesa alpe ad estrani
Climi varcando il pensier novo, in nova
100Forma e in campo diverso e con altr’armi
Contro un cieco poter sorse, e proruppe.
Trafficata, qual vil merce, passava
Da un giogo all’altro la saturnia terra;
E i suoi figli rideano. Un rubicondo
105Pastore e re, che di leone il nome,
Ma l’alma avea d’un animal di Circe,
Banchettava su l’are, e il ciel vendea.
Venne un giorno d’oltralpe un battagliero
Frate
sul Tebro. Gli bollía nel petto
110Il sassonico sangue, e calda al pari
Del suo sangue la fede. — Oh! ch’io nel vivo
Fonte, dicea, dell’evangel di Cristo
Quest’anima disseti! — Io, ch’era presso,
Per man lo presi, e lo condussi in loco
115Ove il signor dell’anime gioiva
Fra una ciurma di servi, a cui sul crine
Sedea per celia un ramoscel d’alloro,
Una burla su’l labbro, e sol nell’epa



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