La Natura, e il Pensier; l’una, ch’eterna
Genitrice visibile è di tutto,
La pesante materia ordina e muta
Per suo proprio valor; l’altro la informa 20Di spirital possanza, e la solleva
Ad ardui voli e a magisteri industri.
Ferrea, immota in sue leggi, una procede
Lenta così, che par che giaccia: inalza
Su le rovine, onde si allieta, il trono, 25E dall’arida morte una perenne
Fonte di vita e di beltà deriva;
Ma l’occulto pensier, ch’agita e accende
Tutte cose universe, in varia guisa,
Con poter vario e con legge diversa 30Ogni via tenta, ogni regione esplora
Mobilissimo sempre, e tutto abborre
Della tarda materia il peso e il freno;
E quando avvien, che di misteri e d’ombre
L’altra s’avvolge, e per geloso istinto 35La ragion delle cose occulta e serba,
Ei libero discorre, e si ribella
Ad imposte paure; apre e dischiava
Terre, cieli ed abissi; argini atterra,
Crea, muta, strugge, e alle domate forme 40Nuovi dà impulsi, e nuove leggi imprime.
Tal, benchè l’un viva nell’altra, e vita
Abbian comune e necessaria, avversi
Son per intimo ingegno; onde tu vedi,
Che or l’un l’altra soverchia, or quello a questa 45Soccomber mostra; eppur son ambo invitti,
Sono eterni ambidue, però che morte
Da tal guerra non sgorga, anzi han le cose
Da cotanto agitare ordine e vita.
Sparsi per gli antri, e fieramente soli 50Vivean gli uomini primi, e nulla amica