Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/310


lucifero

Così l’eroe proruppe; impazíenti
370Del solenne giudizio a lui da presso
Si versano le schiere, e tutte in giro
Prendon l’aurea magione, a simiglianza
Di sonanti fiumane, a cui più freno
Non dànno argini e dighe, e l’una e l’altra
375S’accavallando, fragorose e torbide
Divorano la valle e i campi affogano.
    Come allor, che dai cupi antri improvviso
Il vecchio Mongibel mugghia e si scuote,
Trema intorno la valle; impauriti
380Fuggon greggi e pastori, a cui di sotto
Balzan globi di fumo atro, e sul capo
Piove di ardente e negra sabbia un nembo;
Così alla vista dell’eroe si scosse
La gran reggia dei cieli, e d’ogni lato
385Fuggîr senza consiglio i sacri armenti
Vociferando; e qual siede, o s’arresta,
Non già vanto ha d’ardire o di piè fermo,
Ma invalidi i ginocchi e l’alma infranta.
Questo fu il punto, che disciolta i crini
390Biondissimi e con piè trepido, in vista
Di verginella, al gran Ribelle incontro
Mosse la bella Maddalena. Il colmo
Petto le ondeggia sovra il cor, sicuro
Della vittoria; indocili traspajono
395Le rosee membra dagli aerei veli;
E tal da tutta la persona un nembo
Le si sprigiona di soavi essenze
Che punge e avvampa a’ men lascivi il sangue.
Tal s’avviene all’eroe, mentre raccolti
400Nei lor taciti agguati ansan parecchi,
Qual fidato all’astuzia e quale al braccio,
Congiurati al Lojola. Intento e assorto
Nel suo pensier quei trascorrea, nè punto



— 306 —