Morti, voi siete i giudici, 270Il delinquente è Dio!
Porgi al vietato sorso, Tàntalo, il labbro; scuoti,
O Encèlado, dal dorso
Il cupo Etna; dal fondo 275Dei fiammeggianti inferni, Tifèo, balza, e t’allegra:
L’adamantina Morte
Spezza del ciel le porte,
E, spazíando libera 280Pe’ vani antri superni,
Fischia, e s’apprende all’egra
Canizie degli Eterni.
Novello Bríarèo, Bronte novello al grido, 285La voce alza e la faccia
Il Pensier numicido;
E, con più fauste prove
Che sul campo flegrèo,
Strozza il mutato Giove 290Con le sue cento braccia. —
Disse, e balzâr su dagli avelli i morti
D’ogni età, d’ogni loco. A quella forma
Che noi vediam, quando più ferve agosto,
Sorgere al ciel degli orizzonti in giro 295Sparsi mucchi di nubi, a cui dà il vento
Strani aspetti di mostri e di giganti,
Che arruffando più e più le bianche creste
Sfidan mugghiando il sole: impaurito
Il parco agricoltor guardali, e trema 300Non saettin dal grembo in su’ compiuti
Grappoli il nembo d’una ria gragnuola;
Similmente s’ergean su dall’immensa
Folta alcune preclare Ombre, per cui