Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/268


lucifero

Frutti i trofei tolti ai nemici e il capo
Di quel sabaudo avventurier tiranno,
Che, pur che copra le sue membra oscene,
325Ruba a Cesare il serto e il manto a Cristo.
    — Vana speme è la tua! Dio, che alla terra
Dopo il gel manda i fiori, all’uom consiglia,
Dopo lungo servir, la sacrosanta
Libertà del pensiero. E chi potrebbe
330Co’ suoi delitti attraversare il corso
Delle leggi di Dio? Con l’empia destra
Ottenebrar l’indefinita luce,
Che dall’insetto all’uomo equo dispensa
Di tutte cose animatore il Sole?
335Credi tu, che ammucchiando ossa sovr’ossa
Tal diga innalzerai, che su la china
Si soffermi il torrente, a cui dan forza
I destini del mondo? Ah! il credi: amore,
Fede non si raccoglie ove non altro
340Ch’odio e terror si seminò! Non sono,
Non sono, e Dio che tutto sa ne attesto,
Distruttor della fede i rubellati
Spirti e l’ereticanti alme! Voi primi,
Voi soli, occulta d’ogni mal radice,
345Voi co’l sangue versato alimentaste
L’idra dell’Eresia; questo malnato
Poter, che cinge Iddio d’ire e di sangue,
Ai quattro venti della terra il grido,
Fu la prima eresia!
                           — Frate, s’hai caro
350Il viver tuo, non funestar l’estreme
Ore del poter mio. Smetti l’altero
Tuo cipiglio d’apostolo: la fame
Rende spesso profeti; avrai se ’l brami
Copia di tutto; or lasciami.
                                        — La mia



— 264 —