Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/264


lucifero

195D’avidi baci l’anima le serra.
    Cadea fra tanto il Sol; cheto e deserto
Era il loco; salíano al porporino
Ètera le serene ombre e furtivo
Fra l’ombre ghigna del trionfo amore.
200Cede la bella dea trepida, cede
Fra’ sospiri; ed allor che con bramosa
Mano ei le scioglie la verginea zona,
Ed in tenace amplesso sussultando
Vittorioso le s’infonde in seno,
205Altro cielo, altra terra, un infinito
Mare di voluttà apresi all’anima
Della fanciulla, mentre una lucente
Gloria di paffutelli angioli ignudi
Fra nuvoli di rose e di viole
210Scioglie, grata ad amor, le labbra al canto:

    — Stanchi di tesser danze
Di cento arpe al ronzío
Nelle beate stanze
Della magion di Dio,
215Scender soleano un giorno
Gli angeletti scapati
Là nel mortal soggiorno
Delle figlie dell’uomo innamorati.

    Fra’ tempestosi errori
220Dell’alta ombra terrena
Perdean l’ali e i fulgori
Della fronte serena;
Ma colti i baci primi
Sovra le bocche ardenti,
225In voli più sublimi
A più lucidi regni ergean le menti.

    Lascia or l’eterea sede
L’inclito onor di Siena:



— 260 —