Entro al fin dei suoi monti e dei suoi mari
Vigili ognuno, e il volo
Sfreni al pensier, che fa temuti e chiari.
Vedrete allor dall’uno all’altro polo 530Sorger le genti, e avranno
Per sentiero diverso un pensier solo;
E, spento prima ogni desio tiranno
Ed ogni error conquiso,
Fide a Giustizia e a Libertà staranno! — 535Salve, o diva Scíenza; al detto, al viso
Che sopra ogni altro estimo,
Ai voli rutilanti io ti ravviso!
Per te del mio pensier l’ali sublimo;
Per te nei sanguinosi 540Studj dell’armi il popol mio va primo.
Tu che, amica dell’opre, i neghittosi
Ozj diradi, e vivi
Vigile e provvidente, e mai non posi;
Tu che redimi a libertà i captivi, 545I restii sproni, e godi
Sovra l’ombre versar la luce a rivi;
Tu, assidua e paziente il tempo rodi,
Tu i diradati stami
Dei popoli dispersi ordisci e annodi. 550Dall’abisso dei morti anni richiami
L’ossa eloquenti: ritte,
Composte in scheltri su gli altari infami,
Gridan così, che a mezzo il cor trafitte
Dalla parlante luce 555Precipitan le sacre ombre sconfitte.
Salve, o diva Scíenza; auspicio e duce
D’ogni grand’opra; ai santi
Regni del Vero e a Libertà ne adduce