Gloria succede: col pensier tríonfa
Roma, e regina del pensier si asside 160Fra’ redenti latini! In alto il guardo,
Popoli tutti: il Campidoglio è questo!
Roma è Ragione e Libertà; novella
Èra incomincia! Sugli altari infranti,
Da un solo amor costrette, 165Gridiam, genti latine: Avanti, avanti!
Così all’entrar nella città famosa
Fremeano i sensi dell’eroe. Solenne
Era quel dì: rinascea Roma. Ornati
Di ghirlande d’allori e d’orifiamme 170Splendean ponti, obelischi, archi e teatri;
E dietro alle giganti ombre dei morti
Ivano al Colossèo festosi i vivi.
Iva anch’esso l’eroe. Su le rovine
Titaniche di Roma un fiammeggiante 175Sguardo mandava dall’occaso il sole:
Un incendio parea, dallo cui grembo
Si liberasse una feroce e bella
Vergine che diceva: Io son la grande
Libertà dei Latini!
Ed ecco immane 180Sorge di contro alla morente luce
Il fragoroso Circo, a cui dà strani
Colori e bizzarre ombre un magistero
Di bengalíci fochi; ondeggia il folto
Popolo, e a’ plausi armonizzate e agl’inni 185Le gagliarde fanfàre empiono il cielo.
Non ascolta l’eroe; ben altre voci
Gli suonano nel core: echi lontani
Delle passate età, vaghe armonie
Dell’avvenir, preci e bestemmie escluse 190Ad orecchio mortal, ghigni e sorrisi
D’idoli nani e d’uomini giganti.