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canto nono

55Foglie rimove un’importuna brezza.
Le sbirciò dal suo trono il profetante
Re di Síonne, e abbandonata al piede
Caddegli la vocale arpa; nel petto
Fiammeggiò tutto; e già fuor dagli avari
60Occhi e de le carnose labbra il senno
Senz’altro gli fuggía, se non che a tempo
Sopravvenne il divin Padre, e d’un cenno
Le impronte ansie ammorzò. Pensoso e stanco,
Egli venía con passo incerto, a braccio
65Della diva Teresa: una vecchietta
D’Àvila, ossessa da Gesù, che al vano
Piacer, che le vulgari anime adesca,
L’involò tempestivo; ond’ella esperta
Del futil gioco della rea fortuna,
70Al divino amator la vita offerse.
Or fra gli astri ha dimora, e sacro in terra
È il nome suo; ringiovanita e bella,
In pregio delle sacre estasi, al Nume
Dilettissima vive, e a lui sorregge,
75Antigone pietosa, il passo infermo.
    All’appressar del Dio, taciti arretransi
I minori Celesti, e in duo partita
S’apre la folla riverente. Un aureo
Seggio quivi s’ergea, morbido tutto
80Di velluti guanciali, al qual di sopra
Un ampio drappo si stendea: superba
Opera di ricamo, in cui la diva
Lucia, maestra d’ingegnosi uncini,
Esercitata avea per alcun tempo
85L’ammirabil perizia. A lei ministre
Furon le vigilanti ore, e compagna
La rigida pazienza; e non di perle,
O di rari smeraldi e di rubini
La cara opra abbellì, ma cento eletti



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