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CANTO NONO
Con quest’alte speranze e queste cure
Si partiva l’Eroe, mentre più vasto
Per la rigida notte infuríava,
Turbinando, l’incendio. Arder parea
5La terra intorno, e correr sangue i fiumi,
E, ad ingoiar tant’ira e tanti affanni,
Come abisso di morte, aprirsi il cielo.
Sentîr le fiamme inaspettate e il lezzo
Dei feroci olocausti, e balzâr tutti
10Fuor del sonno i Celesti, a quella guisa
Che sbucan dalle pingui arnie ronzando
Le pecchie industri, allor che il dispettoso
Villan, che con obliquo animo guarda
Al prospero vicin, l’aride ammucchia
15Secce del campo, e presso agli alveari
Gitta la fiamma e, pago il cor, s’invola.
Sorser così l’alme beate, e primo
Al veroni del cielo, avido il varco
S’aprì quel di Gusmano, un tra’ più forti
20Zelatori del Cristo, e: — Li han bruciati,
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