Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/151


canto ottavo

Che le macchie del sangue il sangue terge,
E l’uno error l’altro disperde e lava:
485Tutto vorría quanto risplende e s’erge
Spegnere ed adeguar la turba ignava;
E d’ogni mal, d’ogni miseria in fondo
La patria seppellir, la Francia, il mondo.

    O dal tempo e dall’armi invíolate
490Moli, d’invidie oggetto e di stupori,
Ove accolser le industri Arti onorate
Tante illustri memorie e tanti allori,
O tempj dell’uman genio, crollate,
Date campo di stragi ai vincitori;
495Già su voi la fraterna ira si sferra:
Titani, eroi, numi dell’arte, a terra.

    A terra tutti! Alla sembianza nova
Di libertà, che distruggendo incede,
Tremi dal trono suo Fidia e Canova,
500E s’umilj del gran popol al piede!
Al gran popol la molle arte non giova;
All’oro, al sangue, alle vendette ei crede;
Degna luce per lui, ch’ai numi è pari,
Gl’incendj son, son le rovine altari!

    505E tu, colonna imperíal, che altera
Poggi agli astri e co’l piè Francia calpesti,
E di rampogna tacita e severa
Le loquaci dei vivi alme funesti,
Cadi tu pur, bronzea colonna, e fiera
510Su le rovine tue Francia si desti,
Si desti alfin; scoperchi i freddi avelli,
Schiaffeggi i padri, e il nome lor cancelli!

    Ecco gli eroi. D’intorno a quel gigante
Trofeo di gloria, per lo piano immenso,



— 147 —