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CANTO OTTAVO





Argomento.


La catastrofe di Sédan. — L’ombra di Turenna e la resa. — Lucifero entra in Parigi. — La babilonia delle gazzette. — L’assedio. — Gloria ed obbrobrio a chi spetta. — Un generale francese, trasformato in asino, è condotto al macello. — I Prussiani entrano nella città. — L’allocuzione del proletario. — La colonna Vendôme. — L’ombra di Federico. — La petroliera. — Allo spettacolo di tanti eccidj Lucifero si parte, non senza dubitare un istante del suo trionfo.


    Io l’ho visto cader, morir l’ho visto
L’Aquila dei trionfi, il fior dei forti;
Tutto irromper di Teuta il popol misto,
Oppugnar mura, sgominar coorti,
5Sfidar l’umanità, dispregiar Cristo,
I vinti strazíar, gioir sui morti;
Piegar la fronte all’ultime sconfitte
L’inclito sir delle falangi invitte!

    O sventura, e fia ver? Caduto in fondo
10Di rea fortuna, che non tien mai fede,
Il gran popol vedrem, che, a niun secondo,
Di Quirino parea l’unico erede?
Colui vedrem, che impallidir fe’ il mondo,
L’armi chinar d’un vincitore al piede?
15Al piè d’un vincitor, deposte in guerra,
L’armi, che già dettâr leggi alla terra?

    Ahi! così non solean rieder dal campo
Sotto duce miglior di Francia i figli!
L’afro Leon lo sa, cui nullo scampo



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