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14 le corti d'italia

tesse mirar lei che nel principio non gli convenisse sospirare. Queste e più mirabili cose da lei procedevano mirabilmente e virtuosamente».

Dopo Dante una corona di artisti, di filosofi e di poeti custodì ed accrebbe questo ideale; da Raffaello allo Skahespeare, al Goethe, al Byron, al Tennyson, al Leopardi; e a quei pochi grandi che ancora mantengono in noi quel po’ di poetico, quel po’ d’ideale, che ci consente questa età nostra di dare e avere, di vie ferrate e di tariffe doganali.

Finita la notte del medio evo, si entra in pieno Rinascimento, e col diffondersi generale della cultura del paganesimo la società si emancipa dal clero e pur le donne si appassionano per la poesia e per le lettere; vengono i secoli di Lorenzo il Magnifico e Leone X, di Elisabetta e di Luigi XIV. Vi furono in questo periodo storico donne illustri nelle lettere e nelle scienze; fra le italiane la Vittoria Colonna, Veronica Gambara, Tarquinia Molza ed altre. Le Corti d’Italia erano tanti focolari di vita letteraria, nei quali le donne cantate in mille modi dai poeti avevano gran parte ed ascendente. Lo spirito della cavalleria continuava, ma aveva perduto della freschezza nativa e si tramutava in galanteria raffinata o in pedanteria. La Fronda che è così gran parte della storia e del carattere della Francia, diè una gran parte alla donna in quella guerra di sangue, di satire, di epigrammi e di raggiri. Dame dell’aristocrazia spiritose ed eleganti, galanti per politica e politiche per galanteria, mescolate tra le turbolenze civili, circondate da corti di giovani leggieri e licenziosi, se acquistavano momentaneamente potenza, non accrescevano favore e dignità al loro sesso. In Inghilterra si