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XIV, tanto che sono stati pubblicati come codici originali, ma in fatto sono copie. Possiamo dirli coll'Amari, paralleli al nostro, salvo qualche aggiunta o qualche omissione; ma il Siciliano è il capofila, gli altri sono seguaci o traduttori di esso. La lezione è più o meno conforme all'originale, secondo il tempo in cui avvenne l'esemplazione, e secondo la capacità di chi li trascrisse. Il Testo Vaticano risente l'imperizia dell'amanuense, e quello della Bibl. Modenese è spigliato e pulito (V. Di Giovanni, Cod. Vaticano pag. X).
Fra i testi sopra cennati il solo che copiò fedelmente l'originale Spinelliano, è il catanese, il quale si distingue dagli altri eziandio nella variante ricordata dall'Amari (V. qui appresso nota 40) che da noi è stata chiamata omissione. È un salto dell'amanuense di alcuni righi, ne' quali è descritta la carneficina de' francesi, fatta dai palermitani, nelle piazze della città, appena tornati dalla chiesa di S. Spirito. Intraru intra lachitati cum grandi rimuri et foru pli plazi, et quanti franchiskj trouauanu, tucti li auchidianu. (pag. 56).
Questo salto non solamente è nella copia del Carrera, ma nel Codice Vaticano, e nella Leggenda Modenese, secondo che si può osservare nell'Appendice di questo libro, nella quale col facsimile del codice originale abbiamo pubblicato lo stesso squarcio giusta la lezione de' due cennati testi. Per contrario il ms. catanese riproduce