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ci proveremo d'illustrarlo non senza le dovute riserve. Il Procida rimase corrucciato dal consiglio di messer Alaimo da Lentini, di sospendere il corso della congiura, finchè fosse noto l'animo del papa futuro, morto già Nicola III; ed esortava i baroni a continuare la grande impresa per quista raxuni, chi si lupapa chi si far̃a, sir̃a nostru amicu, accominzamu questioni, chi la ecclesia di ruma perduna tucti lipeccaturj: cioè se il papa futuro sarà amico, l'impresa sarà discussa, e trovata anche illegittima sarà tollerata, perchè la Chiesa non lascia senza perdono i peccatori. Se no, cioè se il papa si mostrasse nemico, e si avverassero i timori di messer Alaimo, allora l'impresa sarà sostenuta a dispetto di lui, imperocchè majur forza fu quilla di lu Inperaturj fidericu (nemico della Chiesa) chi quilla dilu Re cãlu (amico di essa).

28 et si vinissiuu fina kj vui vulissiuu. Anche qui la lettura è chiara, ma non è facile indovinare il significato delle parole.

29 Lu diri di misser iohãnj cum soi veri raxunj et chascunu curaju (non curatu) fu aplacatu (non applicatu) et cussi fu fũnitu, che i baroni mutassero consiglio; cioè il dire di Procida fu aplacatu e così fornitu, (fu pacato, calmo e così ben condotto) con soi veri raxiuni, et con ogni maniera d'incoraggiamentu (curaju), che tucti dissiru chi si diuissi continuare l'impresa. Curaju per coraggio, passaju per passaggio, ultraju per oltraggio, occorrono di frequente.

30 Per Sapiri la sua voluntati. Nel Gregorio e nel Di Giovanni mancano le parole: per sapiri.

31 Simunj cũsu di franza..... papa mãtinu tẽczu Il