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cano lo trasporta in cosichè, e la frase è ripetuta nel nostro codice altre volte vedi pag. 44, 64 e 87, sempre nel senso di conciossiachè, e corrisponde al cum sosia cosa chi degli antichi.

15 Villanamenti, nel significato del Dizionario del Tommaseo, vilmente, brutalmente, non già vigliaccamente, peggiorativo di vile, che muta il senso.

16 Prudu et arditu, prode ed animoso, non providu et arditu.

17 Putiro dee correggersi in putiraXiri sta per essere.

18 II testo porta fachiti, e fachiti si legge nella copia del Carrera e nella stampa gregoriana. II Di Giovanni lesse facili per forse (nota 36). Ma il Procida innanzi al papa non esitava a rispondere sul merito del re di Aragona; invece ne faceva il panegirico colle seguenti parole: Illu esti lu plui prudu Caualeri ki ogi sia In christianitati. Fachiti dunque significa: fate conto, ritenete che Pietro di Aragona sia il più savio uomo ecc.

19 La voce a coñitu del ms. fu convertita in inconnitu. Ma è chiaro, come avverte l'Amari, che debbasi leggere conitu, Corneto, città marittima vicino Viterbo. Senza questa intelligenza l'avverbio illocu (oggi ddocu, cioè quivi) non si riferirebbe a nessun luogo. Abbiamo riscontrato la copia del Carrera, e vi trovammo conservata la voce aconitu, che fu mutata la prima volta in quella d'inconnitu dal Gregorio e dal Di Giovanni, che ne seguì l'esempio.

20 Et divingirimu, non ndi vengirimu. Colla particella ndi ossia ci dovrebbe trovarsi la preposizione