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parchi. Traversando quel paese le ritornava sempre alla mente qualche ricordo della sua infanzia; come erano cancellati, ora dal suo amore! Malgrado tutto, ella doveva considerare quel Yann come una specie di fidanzato, un fidanzato fuggente, sdegnoso, selvaggio che non avrebbe mai; ma a cui si ostinerebbe a restare fedele in ispirito, senza confidarlo mai a nessuno.

Per il momento era contenta di saperlo in Islanda; se non altro il mare glielo guarderebbe nei suoi chiostri profondi, ed egli non si potrebbe dare a nessun’altra.

E’ vero che uno di quei giorni sarebbe ritornato, ma ella pensava anche a quel ritorno con più calma delle altre volte. Per istinto capiva che la sua povertà non sarebbe stata disprezzata da lui — egli era diverso da tutti gli altri. E poi la morte del piccolo Silvestro li avvicinava con un legame sacro. Appena giunto egli non avrebbe potuto fare a meno di recarsi a casa loro, per salutare la nonna del suo caro amico; ed ella aveva deciso che si troverebbe là per quella visita non sembrandole di venir meno alla sua dignità; gli parlerebbe indifferentemente, come a qualcuno che si conosce da molto tempo; gli parlerebbe anche con affetto, come ad un fratello di Silvestro, ma sempre così, con l’aria più naturale del mondo. E chi sa? non sarebbe impossibile di prendere verso di lui il posto di una sorella ora che era così sola al mondo; di riposarsi sulla sua amicizia; di considerarlo come un sostegno morale facendogli ben capire che non aveva alcun pensiero di matrimonio. Ella lo giudicava solamente selvaggio, ostinato nelle sue idee d’indipendenza, ma dolce, franco, e capace di comprendere le cose buone che partono spontaneamente dal cuore.

Che cosa avrebbe provato, ritrovandola povera, in quella casupola mezzo rovinata?.... Molto povera ah! sì, perchè la nonna Moan non aveva più la forza di andare a lavorare a giornata e aveva la sola pensione di vedova, per tirare innanzi la vita. Mangiavano quindi molto poco