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mistero e con uno strano sorriso, che, in seguito, fu spesso ricordato da quelli della Maria).

Poi, come avesse detto troppo, aggiunse:

— «Il vostro corno è quello là». E mostrava un marinaio dalla fisonomia di tritone, che era tutto collo, tutto petto, con un non so che di grottesco nella sua persona grossa e robusta.

E, mentre aspettavano che qualche brezza o qualche corrente volesse separare infine i due navigli cominciarono a parlare delle cose dei loro paesi, delle ultime lettere ricevute dai vecchi genitori e dalle mogli.

— Io — disse Kerjégou — ho saputo dalla mia che ho avuto il piccolo che aspettavamo, esso viene a completare la dozzina.

Un altro aveva avuto due gemelli, ed un altro annunziava il matrimonio della bella Jeannie Caroff, una ragazza molto conosciuta in Islanda— con un vecchio, ricco sfondato, ma infermo, del comune di Plourivo.

Essi si vedevano come a traverso i veli bianchi e sembrava che ciò cambiasse anche il suono delle loro voci che avevano qualche cosa di soffocante.

Yann però non poteva distaccare gli occhi da uno di quei pescatori, un piccolo nano già vecchietto, che era sicuro di non aver mai visto e che pertanto gli aveva subito detto «Buon giorno, mio grande Yann».

Egli aveva la tristezza irritante delle scimmie e rivelava una grande malizia negli occhi penetranti.

— A me — disse ancora Larvöer, della Reine Berthe — hanno scritto della morte del nipote della vecchia Yvonne Moan de Ploubazlanec, che faceva il suo servizio allo Stato, come voi sapete, sulla squadra di Cina; una grandissima disgrazia veramente!

Sentendo ciò gli altri della Maria si voltarono verso Yann per vedere se egli ne sapesse niente.

— Sì — diss’egli con una voce tranquilla,— l’ho saputo nell'ultima lettera scrittami da mio padre. Tutti lo guar-