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soffiando con tutto il suo fiato, per dare il segnale di allarme, che faceva fremere in quel silenzio. Come se una apparizione fosse stata evocata da quel suono vibrante di cornamusa, una grande cosa imprevista si era disegnata in grigio, si era drizzata minacciosa, molto alta, vicino ad essi; degli alberi maestri, delle verghe, dei cordami, un disegno di naviglio che si proiettava nell’aria, e degli altri uomini apparivano infine là, guardandoli con occhi aperti, in un risveglio di sorpresa e di spavento....
Essi gettarono degli alberi di ricambio, degli uncini, tutto ciò infine che avevano di lungo e di solido per tenere a distanza i visitatori sconosciuti, i quali anch’essi allungavano verso di loro degli enormi bastoni per respingerli.
Ma non vi fu che uno scricchiolio molto leggiero nelle verghe al disopra delle loro teste e le alberature per un momento acchiappate si svincolarono presto senza alcuna avaria; l’urto molto dolce, per quella grande calma del mare, era stato del tutto ammortito; sembrava che l’altro naviglio non fosse che una cosa molle, quasi senza peso....
Ed allora, passata l’emozione, gli uomini si misero a ridere; essi si riconoscevano I — Ohé! della Maria. — Eh! Gaos, Laumec, Guermeur! L’apparizione, era la Reine-Berthe, comandante Larvòer, anche di Paimpol; quei marinai erano dei villaggi vicini; quel grande là, con la barba nera, era Herjègou uno di Ploudaniel, e gli altri venivano da Plounès, o da Plounérien.
— Perchè non sonate ancora la vostra tromba, banda di selvaggi?— domandava Larvoer della Reine-Berthe. — Ebbene e voi dunque, banda di pirati, cattivi pesci del mare? — Oh! no.... è indifferente: a noi non è permesso di fare rumore. (Egli aveva risposto ciò con un’aria di