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Doveva essere qualche notizia riguardante suo nipote, ma ella non ebbe affatto paura. Dalle famiglie dei marinai si ha spesso da fare coll’Iscrizione; ella dunque che era figlia, moglie, madre e nonna di marinai, conosceva queill'ufficio da sessant’anni.

Sapendo come si va dal Commissario, fece la sua toletta, indossò il suo migliore vestito ed una cuffia bianchissima e verso le dieci si mise in cammino.

Camminava alla svelta verso Paimpol, un poco ansiosa, pensando che da due mesi non aveva lettere. Incontrò il suo vecchio innamorato, seduto su di una porta e più acciaccato dopo il freddo dell’inverno:

— Ebbene? Quando voi vorrete; non dovete incomodarvi, mia bella!... egli disse, col solito tono di scherno.

Il bel tempo di giugno sorrideva dapertutto intorno a lei. Sulle pietrose altezze erano sempre le ginestre dai fiori giallo oro; ma quando si passava più innanzi si trovava subito la bella verdura nuova, l’erbetta che odorava così bene.

Intorno ai muri oscuri erano dei rosai, dei garofani, dei girasoli e fino sulle altezze dei tetti, mille piccoli fiori attiravano le prime farfalle bianche.

Quella primavera era quasi senza amore nel paese d’Islanda, e le belle ragazze che si scorgevano sognanti sulle porte, sembravano dardeggiare molto lontano, al di là degli oggetti visibili, i loro occhi neri o azzurri. I giovanotti oggetto dei loro desiderii e dei loro sospiri, erano alla grande pesca nel mare iperboreo....

Ma era sempre una primavera tiepida, soave, con quella ricchezza di fiori e quei profumi di piante novelle. E tutta la natura in festa, ritornava a sorridere a quella vecchia nonna che camminava del suo miglior passo, per andare ad apprendere la morte del suo ultimo nipotino. Ella compiva quella corsa sinistra che aveva strappato le ultime lagrime di angoscia a Silvestro agonizzante! Egli l’aveva vista distintamente passare su quella stra-