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Jean-François de Nantes;
     Jean-François!
     Jean-François!

Cantavano i due grandi fanciulli.

E Yann si occupava molto poco di essere così bello e di avere l’aria così nobile. D'altra parte, fanciullo solamente con Silvestro, non cantando e non giuocando che con lui, era riserbato al contrario con gli altri e piuttosto fiero e taciturno, molto dolce pertanto quando si aveva bisogno di lui, sempre bello e servizievole quando non lo si irritava. Essi cantavano quella canzone, gli altri due qualche passo più lontano cantavano un'altra nenia anche passionale e malinconica.

Non si annoiavano ed il tempo passava. Abbasso nella cabina bruciava sempre del fuoco, covando in fondo nei fornello di ferro, ed il coverchio della entrata era mantenuto chiuso per procurare delle illusioni di notte a quelli che avevano bisogno di sonno. Si coricavano dopo il quarto, per capriccio, in qualunque momento; le ore non contavano in quel chiarore continuo. Ed erano sempre dei buoni sonni senza agitazioni e senza incubi. Quando, per caso pensavano alle donne, allora dormivano più agitati consolandosi all'idea che tra sei settimane la pesca sarebbe finita e che essi ne avrebbero possedute ben presto delle nuove, o delle vecchie già amate. Sognando l'amore, aprivano e sbarravano del tutto i loro occhi.

Ma ciò avveniva raramente. Con l'abitudine dell’astinenza anche i sensi si addormentano per lunghi periodi.

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Jean-François de Nantes;
     Jean-François!
     Jean-François!

.... Essi guardavano ora in fondo al loro limpido oriz-