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aveva fatto toletta; con qualunque altro giovanotto la festa, il ballo per lei sarebbero mancati di attrattiva.
Alla fine egli era arrivato, in bella tenuta anche lui, scusandosi senza imbarazzo, presso i genitori della sposa.
Era stato obbligato di cercare uno che lo avesse rimpiazzato alla pesca e a farlo accettare dal padrone della barca; ecco la ragione del suo ritardo. Questi motivi erano stati perfettamente compresi dai pescatori, che l'ascoltavano e nessuno aveva pensato a volergliene. Si sa bene, che nella vita tutto dipende più o meno dalle cose impreviste del mare, tutto è sottoposto ai cambiamenti del tempo ed alle partenze misteriose dei pesci. Gli altri islandesi che erano là rimpiansero solamente di non essere stati avvertiti presto per profittare come quelli di Ploubazlanec, di questa fortuna che sarebbe toccata a loro.
Troppo tardi ora, tanto peggio! Egli non aveva che ad offrire il suo braccio alle ragazze. I violoncelli cominciarono a trillare la loro musica allegra; si misero subito in cammino. In principio non le aveva detto che quelle frasi banali che sogliono proferirsi durante i matrimoni, alle giovanette che si conoscono poco. Fra tutte quelle coppie essi soli erano estranei l'una all'altro; nel corteo non vi erano che cugini e cugine, fidanzati e fidanzate. Di amanti ve ne era anche qualche coppia; perchè in questo paese di Paimpol, si va molto lontano in amore all'epoca della rientrata in Islanda (solamente si ha il cuore onesto e ci si sposa dopo).
Ma la sera, mentre si ballava, la conversazione essendo ritornata tra di loro sul grande passaggio dei pesci, egli le aveva detto bruscamente, guardandola bene negli occhi, questa cosa inattesa:
— Non ci siete che voi in Paimpol ed in tutto il mondo per avermi fatto mancare a questa partenza; per nessun’altra io mi sarei allontanato dalla mia pesca — signorina Gaud....
Stordita dapprima dall'audacia di questo pescatore, ma