Pagina:Loti - Pescatori d'Islanda.djvu/18


— 18 —

il benefizio dell'esenzione militare. E poi ella godeva di una piccola pensione di vedova di marinaio, perciò non l'avevano trovata molto povera.

Quando rientrò finalmente in casa, pregò ardentemente per il piccolo Silvestro, poi dormì d'un sonno febbrile, col cuore dolorosamente serrato per la sua vecchiezza e per quel prossimo distacco così doloroso.

La giovane donna era rimasta seduta presso la finestra, guardando sul granito delle mura il riflesso giallo del sole morente, e le rondinelle nere, che volteggiavano su nel cielo. Paimpol era sempre poco popolato, anche di domenica. In queste lunghe serate di maggio, delle giovanette, che non trovavano alcun corteggiatore, passeggiavano a coppie, sognando l'amore.

«Il mio saluto al figlio Gaos». Si era molto turbata a scrivere quella frase e questo nome. Ella, spesso, passava le sue serate alla finestra come una signorina. Suo padre non permetteva che ella andasse a spasso con le altre giovanette della sua età, che, in altri tempi, erano della sua condizione. E, uscendo dal caffè, quando faceva i suoi quattro passi con altri antichi marinai come lui, era contento di scorgere in alto alla finestra, tra i vasi di fiori, sua figlia installata in quella casa di ricchi.

«Il figlio di Gaos!...» Suo malgrado, ella guardava dalla parte del mare, che non si vedeva, ma che si sentiva vicino, all'estremità di queste piccole strade, donde risalivano i battelli. Ed il suo pensiero vagava nell'infinito, molto lontano, nei mari polari, in cui navigava la Maria, comandante Guermeur.

Che strano giovane quel figlio Gaos!... fuggente, inafferrabile, ma fiero, selvaggiamente e superbamente fiero.

· · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·

Nel roseo sogno nostalgico, ella ripassava i ricordi del suo ritorno in Bretagna, nello scorso anno.

In un grigio mattino di dicembre, dopo una notte di