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continuato a mantenersi dritta quando camminava; e, veramente, malgrado quel suo mento un po’ troppo allungato, con occhi così bruni e il profilo così fino, non si poteva fare a meno di trovarla molto graziosa — Ella era molto rispettata, e ciò si vedeva nel saluto affettuoso che tutti le davano. In istrada passò davanti al suo galante; vecchio che in gioventù aveva sospirato per lei; faceva il falegname; ora ottagenario, seduto sempre davanti la sua porta, mentre i figli ed i nipoti piallavano ai loro banchi da lavoro. — Mai si era saputo consolare; dicevano che ella non aveva voluto saperne di lui; ma con gli anni il suo dolore si era trasformato in un rancore cinico e maligno ed egli la chiamava sempre dicendole:
— Ebbene — bella — quando bisognerà andarvi a prendere la misura?... Ella ringraziava, dicendo che non si era ancora decisa a farsi fare quel costume là. Il vecchio, con quei scherzi di cattivo genere alludeva a un certo costume di abete, nel quale finiscono tutti i vestiti terrestri....
Egli aveva fatto queste facezie parecchie volte. Oggi però ella provava pena a riderne, perchè si sentiva più stanca, più affranta, per la sua vita di lavoro incessante. Pensava al caro nipotino, che, al ritorno dall’Islanda, sarebbe dovuto partire per il servizio militare. Cinque anni!.... Andarsene in Cina e forse alla guerra!... Un’angoscia la prendeva a questo pensiero. Avrebbe ella vissuto tanto da poterlo attendere? Era dunque vero, che, ben presto, glielo avrebbero tolto quest’ultimo nipotino... Ahimè! Morire, senza più rivederlo!.... Aveva anche fatto qualche passo presso i signori della città, per impedire ch’egli partisse, restando in patria, come sostegno di una nonna quasi indigente, che ben presto non avrebbe potuto più lavorare. Ciò non era riuscito, a causa di Giovanni Moan, il disertore, fratello maggiore di Silvestro, di cui non si parlava più in famiglia, ma che esisteva in qualche parte di America e che aveva tolto al minore