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Egli comprese tutto allora; indovinò perchè gli avevano aperta quella porta così presto, e provò pietà per il male che le aveva fatto.
Balbettò delle scuse.
— E’ vero non avrebbe dovuto incomodarla.
— Perchè? chiese vivamente Gaud. — La vita le era ritornata bruscamente, non voleva ancora essere una sconsolata agli occhi degli altri, non lo voleva assolutamente.
E poi a sua volta aveva pietà di lui; si vestì per seguirlo e trovò la forza di andare a curare il piccolo fanciullo.
Capitolo Sedicesimo.
Quando ritornò a gettarsi sul suo letto, alle quattro, il sonno la prese perchè era stanchissima.
Ma quel minuto di gioia immensa aveva lasciata nella sua testa un’impronta che, malgrado tutto, restava persistente; si svegliò ben presto, con una scossa, drizzandosi a metà, ricordandosi di qualche cosa.... Vi era qualche cosa di nuovo circa Yann... In mezzo la confusione delle sue idee che ritornavano, cercò, e trovò ciò che era....
— Ah! niente ahimè! — no, niente altro che Fantec.
Ed una seconda volta ripiombò di un colpo al fondo dello stesso abisso. No, in realtà niente era cambiato nella sua aspettativa, monotona e senza speranza.
Pertanto, averlo sentito là così vicino, era come se qualche cosa emanata da lui fosse volata, là intorno; ed ella ascoltava più attentamente i passi al di fuori, presentendo che qualcuno sarebbe arrivato per parlarle di lui. Ed infatti quando fece giorno il padre di Yann entrò.
Levò il suo berretto, rialzò i suoi bei capelli bianchi,