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se gl’avessero predetto che ella sarebbe finita così, derisa e povera.
E Gaud si scusava vedendola così mal ridotta.
«Sarà caduta per restare così sporca — diceva ella a voce bassa — il suo vestito non è nuovo è vero, perchè noi non siamo ricche, signor Yann; ma io l’avevo ancora una volta rammendato e questa mattina quando sono uscita, era pulita e tutta in ordine».
Egli la guardò allora lungamente, forse ancora più colpito da quella dolorosa spiegazione. Essi continuavano a camminare l’uno vicino all’altra, avvicinandosi alla casupola dei Moan. Egli sapeva benissimo che ella era molto bella, ma gli sembrò che dopo il lutto e la povertà fosse diventata più attraente. La sua aria aveva acquistata una dolce serietà, i suoi occhi grigio-lino erano diventati più riservati e sembrava, che malgrado ciò, penetrassero meglio in fondo all’anima. Anche la sua figura si era più formata. Ben presto avrebbe avuto ventitré anni: era in tutto lo sfolgorio della sua bellezza.
E poi era vestiva come una figlia di pescatori, senza ornamento, sul capo una cuffia semplicissima, sempre suggestivamente bella nella signorilità impeccabile delle sue movenze e dei suoi gesti.
Capitolo Diciassettesimo.
Egli le accompagnava fino alla loro abitazione; andavano
tutti come seguendo il feretro di quel gran gatto ed ispirava burlesca curiosità questo corteo; alcuni ridevano
lungo la vita.
La vecchia Jvonne, in mezzo, portava la bestia; Gaud a destra turbata e tutta rossa, e il grande Yann a sinistra con la testa alta e pensieroso.
La povera vecchia si era quasi calmata camminando, essa stessa si era ripettinata, e senza dir niente, cominciava ad osservare sott’occhio or l’un or l’altro.