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Un'aria di cantiniera, sotto una grande acconciatura bianca di nonna.
I nomi di tutti i marinai del paese sono scritti nella sua testa come in un registro; ella conosceva i buoni e i cattivi e che guadagnano e quello che valgono, i loro guadagni e il loro valore.
Un giorno di gennaio Gaud, essendo stata mandata per cucire un vestito, lavorava là, in una stanza, dietro la sala dei bevitori....
Per entrare da quella «signora Tressoleur» si passa a traverso i pilieri di granito massiccio; la sala è bassa e profonda, ornata di quadri dorati raffiguranti navigli e naufragi. In un angolo una Vergine in maiolica è posata sopra una consola tra due bouquet di fiori artificiali.
Quei vecchi muri, hanno sentito vibrare molti canti di marinai, hanno visto spandersi molte allegrie pesanti e selvaggie! E molte esistenze di uomini sono state giuocate, impegnate là fra le ebbrezze, su quelle tavole di legno. Gaud, sempre cucendo quel vestito, tendeva l’orecchio ad una conversazione sulle cose d’Islanda, che si teneva tra la «signora Tressoleur» e due marinai seduti a bere, che discutevano di alcuni battelli nuovi che stavano per essere arredati nel porto. Uno di essi diceva che la «Leopoldina» non sarebbe stata pronta per la prossima pesca.
— Sì — rispose l’ostessa — certamente sarà pronta.
Ieri ha già fissato l’equipaggio; tutti quelli dell’antica «Maria» di Guermeur che sta per vendersi ed essere demolita; cinque giovanotti che sono venuti ieri ad impegnarsi davanti a me, là, a quella tavola, a segnare con la mia penna, così! E anche dei begli uomini, vi giuro:
Laumec, Tugdual, Caraflf, Yvan Duff, il figlio Keraez, di Treguier — ed il grande Yann Gaos di Pors-Even che vale per tre!