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La pioggia cadeva con un piccolo rumore incessante di fontana, sentiva l’acqua dapertutto intorno a sè, un’acqua tormentata, frustante, raddoppiarle l’oscurità, e isolando, ancora di più le une dalle altre, le casupole sparse del Paese di Ploubazlanec.

Le sere di domenica erano per Gaud ancora più terribili, più sinistre a causa di una certa gaiezza che esse apportavano; erano delle sere gioiose, anche in quelle piccole capanne perdute della costa; vi era sempre qua e là qualche casetta chiusa, da cui partivano dei canti pesanti. Da dentro, delle tavole allineate per i bevitori; dei marinai che vi erano si asciugavano vicino al fuoco; i vecchi contentandosi di bere l’acquavite, i giovani corteggiando le ragazze e ubbriacandosi per stordirsi. E vicino ad essi, il mare, la loro tomba, cantava anche riempiendo la notte della sua voce immensa....

Certe domeniche, degli uomini a frotta che uscivano dalle osterie o ritornavano da Paimpol, passavano per quella strada presso la porta dei Moan; erano quelli che abitavano a Pors Even. Essi passavano molto tardi, scappati dalle braccia delle loro donne, amanti, non preoccupandosi di bagnarsi, abituati ai venti ed alle raffiche.

Gaud tendeva l’orecchio alle loro canzoni ed ai loro gridi, cercando di distinguere la voce di Yann, tremando al pensiero di poterla riconoscere.

Non essere venuto a rivederla era stato molto male da parte di Yann; e poi menare una vita così allegra dopo tanto poco tempo dalla morte di Silvestro; tutto ciò non era degno di lui! No, ella non lo riconosceva più e malgrado tutto non poteva distaccarsi da lui, nè credeva che egli fosse senza cuore.

Dal suo ritorno egli menava una vita molto dissoluta, inoltre vi era stato il giro abituale nel golfo in Guascogna, ed è sempre per quegl’islandesi un periodo di piacere, un momento in cui hanno nelle loro borse un po’ di danaro da spendere senza preoccupazione dei piccoli an-