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60 | italia artistica |
Un terzo affrescatore, di parecchio tempo dopo, dipinse S. Susanna ed altri santi. San Susanna non ha nessuna relazione nella storia del culto in Cadore, se pure non stato dipinto per deferenza a quel tal Odorico De Susannis cittadino udinese e cancelliere del venerando Bertrando patriarca di Aquileia, presso a poco al tempo di Ainardo di Vigo. In questo caso, quegli affreschi sarebbero stati eseguiti nella seconda metà del secolo decimoquinto. Ed invero, il tocco sicuro, il movimento nobilmente grave e il medesimo carattere gotico eccellente con cui è scritto il loro nome. li avvicina agli affreschi di S. Orsola.
Alla vetusta chiesina di S. Margherita accenna S. Daniele alto sul monte omonimo, addossato, in apparenza, al Tudaio, Salutato dai falchi e dai camosci. sente ruggire alle spalle il Rin di Soandre e ricorda ancora i visi devoti di santi, dipinti sulle pareti della antichissima chiesetta, sulle cui macerie, a pochi passi, egli s’alza candido, come un’aspirazione alla serenità del cielo.
Dal bel piano di Laggio, cullato dal gaio mormorio del suo Rin, si parte una via bianca, che con lieve salita accerchia il monte e s’addentra nella valle del Piova. Limpidi ruscelli scendono e passano tra l’erbe a ristorare i pascoli: i larici a frangie sibilano lenemente al vento, con susurro più grave li accompagnano abeti e pini. Dai cespi in fiore, dall’erbe alte s’alzano carolando, trillando per l’aria libera gli ortolani.